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L'esperta: collo e spalle compromessi da tablet e telefonini.

Boom di dolore al collo. In Italia sono 6 persone su 10 a soffrire di cervicalgia, senza distinzione tra uomoni e donne: circa 15 milioni coloro che ricorrono alle cure mediche. Il problema, a causa di stili di vita scorretti, è in costante aumento. Tablet, telefonini, cattive posture. E la cervicale ne risente. Ne consegue dolore e difficoltà nei movimenti, con ripercussioni su colonna vertebrale, gambe e piedi.“Sempre più persone soffrono di cervicalgia con dolori spesso invalidanti nella regione del collo che provocano forti sofferenze che possono incidere sulla qualità della vita – spiega la dottoressa Florinda Valdivia Torres, fisiatra del Gruppo Sanitario Usi – la postura scorretta è la causa più comune. Passare intere giornate alla scivania o chini sul pc, trascorrere molto tempo in piedi o in macchina per lavoro, o anche eseguire esercizi fisici in palestra in modo sbagliato, può provocare contratture muscolari fino a bloccare del tutto i movimenti del collo e testa. Poi ci sono altre cause, come le patologie degenerative o da sovraccarico”.Come fare allora per prevenire problemi di cervicalgia? “Per evitare l’insorgenza di eventuali fastidi a collo e spalle – ricorda l’esperta – bisogna innanzitutto fare attenzione alla postura, quando si è seduti in ufficio, alla guida di auto o scooter, ma anche davanti agli schermi. E’ consigliabile effettuare dei movimenti della colonna cervicale per una decina di minuti al giorno, ad esempio, appena svegli, eseguendo leggeri movimenti con il collo. Evitare, soprattutto nella stagione invernale, di esporsi a fonti fredde e umide.”Secondo la Fisiatra del Gruppo Sanitario Usi “è consigliabile usare una sedia ergonomica in ufficio e un supporto lombare in auto. Controllare lo stato del proprio materasso: se vecchio è necessario cambiarlo. Procuratevi un cuscino di media altezza e mediamente duro. Controllate regolarmente il vostro peso perchè i chili di troppo gravano sulla schiena. Un’indicazione, infine, riguarda nello specifico le donne: evitate di indossare calzature troppo alte, preferendo un tacco non superiore a 5 cm per le occasioni quotidiane”.
Fonte: askanews.it

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Aumentano casi sindrome simil-influenzale nei bambini

Nella terza settimana del 2020, aumenta ancora il numero di casi di sindrome simil-influenzale soprattutto nelle classi di età pediatrica. Lo evidenzia il Rapporto Influnet dell’Iss appena pubblicato che specifica come nei bambini sotto i cinque anni l’incidenza sia quasi raddoppiata rispetto alla settimana precedente.In Italia l’incidenza totale è pari a 8,1 casi per mille assistiti. Colpiti maggiormente i bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a 20,4 casi per mille assistiti.Il numero di casi stimati in questa settimana è pari a circa 488.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 2.768.000 casi. Le Regioni del centro Italia le più colpite: Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania con più di 9 casi per mille.Durante la terza settimana del 2020, 784 medici sentinella hanno inviato dati circa la frequenza di sindromi influenzali tra i propri assistiti. Il valore dell’incidenza totale è pari a 8,09 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 20,43 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-14 anni a 12,03 nella fascia 15-64 anni a 7,65 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 3,36 casi per mille assistiti.
Fonte: askanews.it

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I risultati di uno studio Anaao Giovani

Le sale operatorie si tingono di rosa? Dall’analisi comparativa di genere delle scelte delle scuole di specializzazione mediche riferite ai primi 14 scaglioni dell’anno 2017-2018 emerge la forte presenza delle donne in Chirurgia Toracica (61,7% donne contro 38,2% uomini), Chirurgia Generale (57,2% contro 42,7% ), Chirurgia Vascolare (54,8% donne e 43,5% uomini); Ginecologia (76,4% contro 20,7%).Un cambiamento di tendenza nella scelta delle donne che, per il momento, non scalfisce il primato al vertice della classifica dell’Area Medica: Neuropsichiatria Infantile (91,9% donne contro 8,0% uomini), Pediatria (73,3% e 25,6% ), Allergologia (73,1% contro 12,1%), Nefrologia (67,4% contro 31,7%), Geriatria (65,9% contro 31,3%), Medicina d’Emergenza ed Urgenza (65,6% contro 28,9%). E poi Oncologia, Endocrinologia, Radioterapia, Anatomia Patologica, Patologia Clinica, Anestesia e Rianimazione. Nell’insieme, le Scuole di Specializzazione a maggioranza femminile sono 33 pari al 67.33% del totale (49), suddivise in 17 di Area Medica, 5 di Area Chirurgica, 11 di Area dei Servizi.Questi in sintesi i risultati dello studio a cura di Maria Gabriella Coppola, medico di medicina interna e Responsabile Anaao Giovani Campania. Le scuole meno attrattive per le donne sono state: Cardiologia, Ortopedia, Urologia, Chirurgia Pediatrica, Cardiochirurgia, Chirurgia Plastica, Chirurgia maxillo-facciale, Neurochirurgia, Medicina Legale, Radiodiagnostica.In premessa – si legge nello studio – è opportuno ricordare che il numero delle donne vincitrici di contratti di formazione è di gran lunga superiore a quello degli uomini, perché cresce il numero delle donne medico anno dietro anno ed il loro sorpasso nella professione è solo una questione di tempo.Lo studio mette in luce un ulteriore fenomeno su cui riflettere vista la sua dimensione: quello dei decaduti, cioè di coloro che pur avendo vinto il concorso non hanno scelto la Scuola di specializzazione con la forte prevalenza degli uomini (33,42%) rispetto alle donne (16,14%). Le cause delle rinunce – rileva l’indagine – sono da attribuire all’insoddisfazione di non poter scegliere la tipologia di scuola preferita, al rifiuto di sedi ritenute disagiate e costose, all’indisponibilità ad effettuare scelte residuali.
Fonte: askanews.it

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